È stato uno dei primi. Chi potrebbe dimenticare i suoi massaggi dopo l’interminabile pianura che da Brunnen porta a Svitto, nei terribili 27 chilometri del primo giorno del primo pellegrinaggio? Lui che di muscoli ne aveva massaggiati di ben più allenati, mi ricordo di un’intervista televisiva mentre maneggiava il Kenta Johansson del primo titolo dell’Hockey Club Lugano.

Al mattino, nell’albergo, incrociavi un Silvano sempre pimpante, pronto all’incitamento, sveglio già da qualche ora, dovendo inventare un sistema per scaldare l’acqua per il sospirato brodo.

E durante il giorno, quando la sete e la stanchezza si facevano sentire, il Bar Nava era sempre una visione agognata. Sognavi di incontrarlo in cima alla salita, in fondo alla pianura, accanto alla chiesetta da visitare o magari nel punto in cui il sentiero esce dal bosco ed incontra la strada.

Col bello e col brutto tempo, la sosta al Bar Nava era sempre l’occasione per scambiare con lui una battuta scherzosa e per un sorriso. Pensando ala sua persona, vedo lo sguardo benevolo di uno tra i tanti amici che incontri lungo le strade del pellegrinaggio. Che incroci magari una sola volta all’anno, ma quando ci si ritrova è sempre una gran festa.

Grazie, Silvano. Seguici da lassù con il tuo robusto affetto e continua ad aiutarci nelle belle fatiche del nostro cammino.

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