Il lago di Costanza è come uno specchio adagiato su un prato: riflette il blu del cielo e il verde dei prati che gli fanno corona. Proprio in questo luogo, ai tempi di Carlo Magno, sorse un’abbazia benedettina che fu un fondamentale punto di riferimento per tutto l’Occidente. I suoi abati erano consiglieri degli imperatori e la sua scuola di miniatura fu la più importante di tutte. Si sviluppò su un’isola infestata dai serpenti, una storia simile a quella di Lérins, il monastero sull’isola di fronte a Cannes, in Francia. Qui siamo però in terra di Germania e visiteremo l’abbazia di Reichenau, nel 2000 dichiarata dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Betenbrunn è su in collina. Ampie distese di boschi e di campi circondano il nucleo dal quale affiora il santuario dedicato alla Madonna. Una chiesa raccolta, luminosa, quasi compassata, nonostante le pareti trasudino decorazioni barocche. C’è un tabernacolo ruotante, due begli altari laterali dedicati a san Carlo Borromeo e a san Giovanni Nepomuceno e tanti dettagli che stuzzicano la curiosità.
Due tappe lungo il cammino: la collina di Heiligenberg, dominata dal possente castello rinascimentale e il dolce eremo di Egg, nascosto tra il verde dei prati, dove è bello ascoltare il silenzio.
Salem in origine era un’abbazia cistercense, poi è diventato castello, poi scuola. L’insieme forma un grande sito: un ruscello l’attraversa, ci sono l’Orangerie, un negozio di abiti, il museo dei pompieri, la vecchia sala da pranzo dei monaci con il soffitto simile ad un mare increspato dalle onde. Difficile orientarsi in questo mishmash, dove più piani si sovrappongono. Un po’ come nel duomo: bello nella sua gotica spinta verso l’alto, pesante nelle decorazioni classicheggianti.
Qualche minuto nei boschi e poi il nostro sguardo è attirato verso l’alto, dove volteggia una splendida cicogna. Grande è la sorpresa quando questi volatili si moltiplicano: con l’avvicinarsi ai caseggiati ci troviamo in una specie di scuola di volo per cicogne.
Si termina nel santuario di Birnau, caratterizzato dagli sfolgorii del rococò, dai tre orologi interni, dallo specchio dell’abside che vuole portare in tutta la chiesa l’amore misericordioso del Signore. Bello è fermarsi sull’ampio piazzale, dove lo sguardo si tuffa nel lago e poi corre lontano, fin sulle aspre cime del massiccio del Säntis.
(Km: 16. Dislivello: 200 m. Mezzi ausiliari: bus, battello)
Marienschlucht: 230 scalini di legno posati sulle rocce di arenaria solcate da un timido ruscello che si butta nel lago Bodanico. Un bel modo per cominciare il secondo giorno di pellegrinaggio.
A Hegne c’è un complesso di edifici custodito dalle Suore della Carità della Santa Croce di Ingenbohl. Nella cripta della chiesa si trovano le spoglie della Beata Ulrica Nisch, chiamata anche “Suor Niente”. Qui prese i voti nel 1907 e morì 6 anni dopo. Seppe praticare la santità nella semplicità della vita quotidiana.
Il lago di Costanza, guardato sulla cartina, sembra alla chela di un granchio. Stretta tra le mascelle della pinza sta però una bellissima perla: l’isola di Reichenau. Qui visse, poco dopo il Mille, un altro santo: Ermanno lo Storpio, che prigioniero di un corpo rattrappito seppe elevarsi verso le alte vette dello spirito. Scrisse di storia e di astronomia e si narra che fu lui a comporre l’inno Salve Regina.
A Reichenau, che prima dell’anno Mille fu una delle culle della cultura occidentale, sono rimasti parecchi tesori d’arte. Nella basilica di san Giorgio si ammirano splendidi affreschi del X secolo. Nel tesoro del duomo è conservata la reliquia del Santissimo Sangue di Cristo e lo scrigno con le ossa di san Marco.