Sulle orme di Carlomagno attraverso la Val Monastero

Pellegrinaggio numero 7

Fede, arte, natura, storia: ecco i quattro elementi che caratterizzano Momenti d’Incontro. Conditi con la delizia della comunità fan sì che i pellegrinaggi siano dei momenti veramente speciali. E lungo le strade dei Grigioni queste quattro parti si combinano e si incrociano ad ogni piè sospinto. Due monasteri da dove la preghiera sale incessante da più di un millennio, affreschi di epoca carolingia, due parchi nazionali di selvaggia bellezza e la figura dell’imperatore Carlomagno che fa da corona al tutto.

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Primo giorno: da S-charl a Valchava

(Km:  18. Dislivello: 600m)

S-Charl è frazione di Scuol, comune della Bassa Engadina. Lo si raggiunge con una strada aperta solo d’estate, salendo una valle che sembra più un canyon e che fa da confine al Parco nazionale svizzero. Il nucleo ha una quindicina di belle case engadinesi di carattere massiccio, con muri grossi così, a proteggere dal gran freddo dell’inverno. Qui si possono ancora vedere le miniere da cui un tempo venivano cavati argento e piombo.

 

Con un po’ di fortuna si può incontrare l’orso nella foresta di Tamangur, il bosco di pini cembri più alto d’Europa. Ma usciti dalla foresta si apre l’incantevole sella del pass da Costainas, (2251 metri di altitudine, il record dei nostri pellegrinaggi) dove i prati sono tappeti, l’aria è come cristallo e in primavera le genziane ammaliano il viandante che si inebria di cotanta bellezza.

 

 

 

Dall’Engadina si passa in Val Monastero e si scende su , fino al 2009 il comune più alto d’Europa e forse anche quello con il nome più corto. Paese di allevatori, perché cosa mai si potrebbe coltivare a quest’altezza? Qui i prati sono ampi e il mondo lo si guarda dall’alto.

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Secondo giorno: Da Müstair a Marienberg

(Km:  16,5. Dislivello: 300 m)

La leggenda vuole che il monastero di san Giovanni a Müstair sia stato voluto da Carlomagno. Qui si trovano una statua e un quadro che lo rappresentano e qui il 28 gennaio l’imperatore viene venerato come santo, una canonizzazione discussa perché fatta da un antipapa. Sulle pareti della chiesa sta il più grande ciclo di affreschi risalenti all’Alto Medioevo conservato al mondo e ciò l’ha fatto proclamare dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.

 

 

 

La val Monastero comincia sul passo del Forno e accompagna gli umori del fiume Rom che dopo una ventina di chilometri, appena passato Müstair, passa la dogana e va in Italia. È un territorio verde e ordinato, ancora poco battuto dal turismo di massa. Il Rom prosegue poi per 10 chilometri prima di raggiungere la pianura e buttarsi nell’Adige nei pressi di Glorenza, nell’italiana Val Venosta.

 

 

Anche a Malles si trovano due splendidi affreschi d’epoca carolingia (siamo prima dell’anno Mille!), prova che qui la storia c’è stata davvero. Sono nella chiesa di San Benedetto e raffigurano uno il feudatario fondatore della chiesa e l’altro un chierico che offre a Cristo il modellino della cappella che vuole dedicargli.

 

 

 

Il fondovalle della Venosta è ampio e pianeggiante ma un imponente candido edificio l’osserva dall’alto. È l’abbazia di Marienberg, ardita costruzione che, con le sue cuspidi a cipolla, sta come un gioiello incastonato nel bosco. Da non perdere è la cripta dove gli angeli svolazzanti nel cielo blu danzano attorno al Cristo Pantocrate.

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