Per la gola della Schin al monastero di Cazis e alla cattedrale di Coira

Pellegrinaggio numero 23

Nei primi secoli del Cristianesimo Lucio, proveniente dall’Inghilterra, porta la sua testimonianza di fede nelle terre della Rezia, dove subisce il martirio. Era anche vescovo e la sua tomba fu il nucleo attorno al quale si costruì la cattedrale e si strutturò la Chiesa di Coira. Una diocesi che diede una forte impronta sulle terre retiche sin dall’Alto Medioevo. Durante questo pellegrinaggio partiamo da Tiefencastel, una località che vegliava sui passi alpini, per attraversare le terre della diocesi e portarci sulla tomba di san Lucio.

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PRIMO GIORNO: DA TIEFENCASTEL A CAZIS

(Km: 20. Dislivello: 300 m)

Tiefencastel è un castello profondo perché sta giù, nella valle. Più che dominare il territorio, è stato messo lì per controllare i passi che collegano il nord con il sud dell’Europa. La chiesa è barocca, ricca di fregi e di immagini, e parla dei frati francescani, che già dal Settecento curano le anime di queste terre alpine.

 

 

Più in basso sta San Pietro di Mistail, un piccolo diamante incastonato tra rocce e prati. Le tre absidi sono una traccia dell’Ottocento, dei tempi di Carlo Magno. Il Cristo festivo ricorda che chi non santifica la festa ferisce il Signore. Il gigante Cristoforo porta il Signore sulle spalle. Per fortuna l’hanno pitturato dentro, così il tempo non l’ha consumato e possiamo andargli vicino per sentirci protetti, come la piccola e profana ninfa marina.

 

Lucio sta per luminoso, splendente. È il martire che, nei primissimi secoli, visse in queste terre della Rezia, diffuse la religione cristiana e divenne vescovo. A lui è dedicata la chiesa di Lain, luminosa perché sta come sentinella a dominare la valle, luminosa perché è contornata dalle vetrate di fra Roberto da Bigorio.

 

 

Le gole della Schin sono impressionanti, ancor di più se le si attraversa a metà costa, lungo i sentieri scavati nella roccia. Più sotto il fiume, dopo tutta quella fatica fatta a incidere, scavare, levigare, si getta fiducioso nel Reno, dove trova la calma della pianura.

 

 

 

La stessa calma che troviamo nel convento di Cazis, dove vive e prega una cinquantina di suore domenicane. Si dedicano al Signore anche operando per la gente attraverso l’insegnamento, la cura degli anziani, i lavori artigianali.

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SECONDO GIORNO: DA RHÄZÜNS A COIRA

(Km: 17. Dislivello: 300 m. Mezzo ausiliare: treno)

Rhäzüns è disseminata di affreschi. Roba da prendere una giornata e mettersi lì con calma a guardarli tutti, a leggere la storia della Salvezza disegnata sui muri delle chiese da abilissimi artisti.

 

 

Sogn Paul (giusto scriverlo così perché siamo in terra romancia) ha sulle pareti addirittura sei strati di dipinti. È una chiesa calda, raccolta, che trasuda i colori della terra. Bisogna sedersi e prendere il tempo per contemplare, per cercare i dettagli, per farsi catturare dall’atmosfera. Ma bisogna anche star fuori a guardare lo splendido san Cristoforo sulla parete esterna.

 

 

Qualcuno ha definito Sogn Gieri la Cappella Sistina delle Alpi, per la ricchezza degli affreschi che qui sono contenuti. È quasi obbligatorio sedersi e leggere la cinquantina di scene della Bibbia che iniziano con la creazione del mondo e terminano col giudizio universale. Poi c’è un’altra storia, quella di San Giorgio. E poi il Cristo festivo. Il tutto, semplicemente, affascinante.

 

A Domat Ems, su un’altura, ecco la chiesa di Sogn Gion. Questa volta ci concentriamo sull’ossario, con un Giudizio universale del 1693. Edvard Munch non ha inventato niente! Provate a guardare le facce di quei poveretti che, in basso a destra stanno bruciando nel fuoco dell’inferno…

 

 

A Coira c’è la cattedrale, dedicata a Maria Assunta. La cripta coincide con l’antica chiesa, e risale all’Alto medioevo. Alla sua entrata 4 colonne, raffiguranti gli apostoli, sono state realizzate nel 1220. Sulle pareti ancora affreschi dei maestri di Rhäzüns e di Waltensburg, artisti che ci hanno accompagnato durante tutta la giornata.

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