(Km: 20. Dislivello: 300 m)
Tiefencastel è un castello profondo perché sta giù, nella valle. Più che dominare il territorio, è stato messo lì per controllare i passi che collegano il nord con il sud dell’Europa. La chiesa è barocca, ricca di fregi e di immagini, e parla dei frati francescani, che già dal Settecento curano le anime di queste terre alpine.
Più in basso sta San Pietro di Mistail, un piccolo diamante incastonato tra rocce e prati. Le tre absidi sono una traccia dell’Ottocento, dei tempi di Carlo Magno. Il Cristo festivo ricorda che chi non santifica la festa ferisce il Signore. Il gigante Cristoforo porta il Signore sulle spalle. Per fortuna l’hanno pitturato dentro, così il tempo non l’ha consumato e possiamo andargli vicino per sentirci protetti, come la piccola e profana ninfa marina.
Lucio sta per luminoso, splendente. È il martire che, nei primissimi secoli, visse in queste terre della Rezia, diffuse la religione cristiana e divenne vescovo. A lui è dedicata la chiesa di Lain, luminosa perché sta come sentinella a dominare la valle, luminosa perché è contornata dalle vetrate di fra Roberto da Bigorio.
Le gole della Schin sono impressionanti, ancor di più se le si attraversa a metà costa, lungo i sentieri scavati nella roccia. Più sotto il fiume, dopo tutta quella fatica fatta a incidere, scavare, levigare, si getta fiducioso nel Reno, dove trova la calma della pianura.
La stessa calma che troviamo nel convento di Cazis, dove vive e prega una cinquantina di suore domenicane. Si dedicano al Signore anche operando per la gente attraverso l’insegnamento, la cura degli anziani, i lavori artigianali.