Ritorno al Ranft nel 600° della nascita di san Nicolao della Flüe

Pellegrinaggio n. 30

Per il primo pellegrinaggio eravamo partiti da lì. Ci eravamo infilati nella gola della Melchtal il 30 aprile del 1988, un fresco sabato mattina. Sempre al Ranft avevamo poi concluso il ventesimo, questa volta scendendo la ripida sponda destra, provenienti dalla chiesa illustrata di St. Niklausen. Quando, al termine del trentesimo pellegrinaggio, ho nuovamente sceso le scale che da Flüeli portano al Ranft, assieme a molti amici della prima ora, ho visto scorrere il film della mia vita e ho ringraziato il Buon Dio per tutto quello che mi ha permesso di condividere e di imparare assieme a tutti i compagni di cammino.

Nel ripercorrere le tappe di questo 30° pellegrinaggio ricorderemo la vita di san Nicolao della Flüe, il santo patrono della Svizzera, che dobbiamo oramai considerare anche patrono di Momenti d’Incontro.

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PRIMO GIORNO: DA LUCERNA A SACHSELN

(Km: 18. Dislivello: 100 m, mezzo ausiliario: battello)

Sulla collina del Wesemlin, a nord di Lucerna, sta il santuario di Nostra Signora, che è anche sede della Provincia svizzera dei frati Cappuccini. Sul parapetto della cantoria sono rappresentati i 17 figli del fondatore del convento. Ci ricordano che san Nicolao, nato nel 1417, fu marito e padre di dieci figli e che a cinquant’anni lasciò i congiunti per ritirarsi a vita eremitica. Anche sua moglie, che portò il peso della famiglia, meriterebbe la causa di beatificazione.

 

 

 

 

Il battello ci porta da Lucerna ad Alpnach, e scivolando sul lago contempliamo la possente mole del Pilatus. Eccoci giunti alla cappella di san Teodulo, dove sta un medaglione raffigurante san Nicolao. Ha in mano una corona di preghiera e scambia un intenso sguardo con il Cristo. È il ritratto di un uomo di robusta vita spirituale: si dice che per lunghi anni si fosse nutrito con la sola Eucarestia.

 

 

 

 

Nell’abbazia della benedettine di sant’Andrea a Sarnen è custodita una statua di Gesù Bambino risalente al 1360 e vegliata da tre moderni Re Magi. Siamo nella capitale del Canton Obwaldo, dove si tramanda che san Nicolao compì un miracolo: grazie alle sue preghiere, riuscì a spegnere l’incendio sviluppatosi nel borgo.

 

 

 

 

Anche la chiesa parrocchiale di Sachseln racconta san Nicolao. Nell’altare sta integrata la sua tomba-reliquario. Poco lontano c’è la tela detta “Ruota di meditazione” sulla quale il santo, analfabeta, meditava e sviluppava la propria sapienza. Custodito in una teca si può vedere il suo semplicissimo saio. Addossati al campanile stanno: da un lato la cappella tombale, prima dimora delle sue spoglie, dall’altro la statua della moglie Dorotea con tre figli.

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SECONDO GIORNO: DA SANKT NIKLAUSEN AL RANFT

(Km: 14. Dislivello: 400 m)

A Sankt Niklausen, frazione di Kerns, si trova una Cappella Sistina delle Alpi. Gli affreschi del coro (fine Trecento) sono spettacolari e di enorme valore artistico. Colpisce anche il soffitto a cassettoni barocco, decorato con 100 ritratti di santi. In questa chiesa, dedicata a san Nicola di Bari, l’altro san Nicola, quello della Flüe, trascorse lunghe notti in contemplazione della Bibbia dei Poveri.

 

 

 

 

Saliamo lungo il versante destro la valle della Grosse Melchaa. Tre edifici spiccano nel paese di Melchtal: un monastero, un albergo, una chiesa. Il priorato di monache benedettine è dedicato a san Nicolao, e non poteva essere altrimenti. Notevoli le opere d’arte di Sr. Chantal Hug, professa in questo monastero. L’Hotel Alpenhof-Post dove sono rimaste belle tracce liberty di fine Ottocento, permette di rivivere i fasti turistici del tempo.

 

 

 

 

Tutta riempita dalla venerazione a san Nicolao è la luminosa chiesa parrocchiale di Melchtal. C’è una sua reliquia, c’è la statua della Madonna davanti alla quale il santo pregava al Ranft, ci sono soprattutto vari affreschi che illustrano la sua vita. Tra questi la mano del santo stesa a proteggere la Svizzera durante la Seconda guerra mondiale. San Nicolao fu soldato ma anche uomo di pace, e il suo messaggio alla Dieta di Stans nel 1481 scongiurò una guerra fratricida tra Cantoni.

 

 

 

Scendiamo a mezza costa lungo il versante sinistro per giungere finalmente al Ranft. La chiesa inferiore venne costruita dopo la morte di san Nicolao per ospitare i molti pellegrini che qui giungevano. Sopra sta l’eremo, una casetta di due locali con accanto la chiesetta, che il santo fece edificare nel 1468. Qui cercava il Signore con la solitudine, la preghiera, il digiuno. Qui il suo cuore poté finalmente incontrarlo il 21 marzo del 1487.

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