Non prenderemo il classico Cammino di Santiago, quello che i pellegrini seguivano nel Medioevo e che da Einsiedeln li conduceva a Svitto attraverso il passo dell’Haggenegg. Quella strada l’abbiamo già fatta a ritroso nel primo pellegrinaggio. Brunello ne ha disegnata un’altra che ci porterà alla caccia di monasteri. Il primo giorno procederemo a saliscendi e ne incontreremo due. Il secondo giorno attraverseremo le morbide pianure e ne incontreremo tre.
Eccoci ancora ad Einsiedeln. È come il punto centrale di una corsa a stella: da qui si parte e si arriva e la Madonna è anche la stella che guida il nostro peregrinare. Lasciamoci stupire dall’interno della chiesa, dall’impianto barocco e dalle prodigiose decorazioni rococò. Migliaia di pellegrini vengono oggi a posare i loro piedi dove un tempo l’eremita aveva cercato silenzio ed essenzialità.
Un saliscendi impegnativo per le gambe ci porta sulla collina di Sankt Jost, l’eremita san Giudoco, vissuto in Normandia. Fu anche lui pellegrino e ben conosce il mal di gambe. Va invocato per i problemi agli arti inferiori, è l’alter ego maschile di santa Idda. Di lei va ricordato l’altare del precedente pellegrinaggio sotto al quale infilare i piedi, di lui restano tracce a Walberg presso Bonn, dove sembra che le sue gambe siano conservate come reliquia.
Sulle alture di Menzingen in zona detta Gubel, eccoci al convento delle suore cappuccine dedicato a Maria Ausiliatrice (Maria Hilf). Il convento sorge su una cappella a ricordo della battaglia del 1531, l’ultima delle guerre di Kappel, le cosiddette guerre della minestra. I cattolici dei cantoni primitivi avevano il latte, i protestanti della pianura il pane. Li condivisero e assieme mangiarono la zuppa.
San Volfango, vescovo tedesco vissuto attorno al Mille che qualche tempo fu anche ad Einsiedeln, è rappresentato con in mano un’accetta e una chiesa. Stanno a significare che è stato costruttore di edifici sacri. E di splendide chiese ne visiteremo diverse quest’oggi, a cominciare da quella dedicata al santo costruttore, nel comune zughese di Hünenberg.
A Frauental, nella valle delle donne, ci attende un bianco edificio dal possente tetto, solcato da slanciati campanili che trafiggono il cielo a mo’ di frecce, dove incontriamo le donne che siamo venuti a cercare. Sono le monache cistercensi del locale monastero, che da 800 anni pregano sulle sponde del fiume Lorze.
La seconda abbazia di giornata è quella di Muri, dove vivono i benedettini. Ha anch’essa origini molto antiche: è vecchia di mille anni. Le grandi abbazie benedettine sul suolo svizzero sono cinque, questa è l’ultima che visitiamo nei nostri pellegrinaggi. A voi scoprire le altre quattro. Nel frattempo godetevi gli incredibili tesori d’arte racchiusi a Muri, dove il barocco fa i fuochi d’artificio e chi alza lo sguardo scopre gli stucchi che giocano a rincorrersi con i dipinti del soffitto.
Oggi è giorno benedetto, eccoci ancora da monache che seguono la Regola del Santo. Costeggiamo la Reuss e poco prima di arrivare alle spettacolari anse di Bremgarten saliamo una scalinata che ci porta in un angolo di paradiso. È il convento delle suore di Hermetschwil, che qui vissero anche in incognito, protette dalla popolazione, quando lo Stato incamerò i beni della Chiesa.