Da Fischingen ad Einsiedeln proseguendo il “Cammino di San Giacomo”

Pellegrinaggio numero 10

Nell’abbazia di Fischingen c’è la tomba di Idda, contessa del Toggenburgo venerata come santa. Nell’altare-sarcofago a lei dedicato c’è un buco nel quale i pellegrini introducono i piedi chiedendo per sua intercessione di poter guarire dalle malattie degli arti inferiori. Siamo pellegrini privilegiati, i nostri piedi ci permettono di continuare la strada e allora ci incamminiamo verso Einsiedeln, che fu già la meta del primo pellegrinaggio, dove ci aspetta la Madonna Nera.

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Primo giorno: da Fischingen a Bubikon

(Km: 20,5. Dislivello: 700 m, mezzo ausiliario: bus)

 

Il monastero di Fischingen, retto dai Benedettini, ha origini nobili: c’entrano il vescovo di Costanza e i signori del Toggenburgo. Sullo stemma ci sono due pesci: dicono che qui c’era uno stagno. Facciamoci ammaliare dagli stucchi e dalle decorazioni barocche della chiesa ma ritorniamo poi nella cappella di santa Idda. Tra le immagini che illustrano sua la leggenda si trova il cervo con le corna fiammeggianti che le illuminava il cammino. Lasciamo che indichi la strada anche a noi.

 

 

 

Dopo un paio di chilometri si arriva ad Au, paesotto che ospita una chiesa di origine antiche dedicata a sant’Anna e… a santa Idda, potevate ben immaginarlo.

 

 

 

 

 

 

Da qui comincia la salita, verso il cornetto o Hörnli, punto panoramico dal quale nei giorni di bel tempo si gode impareggiabile vista. Diversa la faccenda se il tempo è brutto…

 

 

 

 

 

 

Lungo la strada si incontrano varie locande che un tempo ospitavano i pellegrini. Ad Allenwinde, prima di salire sul cornetto, la locanda Zum Kreuz (alla croce). Dopo essere ridiscesi sul fondovalle del Töss, ecco “Zum Steg”, con all’interno decorazioni del Seicento. Da qui, per risparmiare qualche chilometro, il bus ci trasporta lungo la vallata di Fischental fino a Gibswil.

 

 

 

 

Poco più avanti, a Blattenbach, ecco una nuova locanda: il “Rothes Schwert” (la spada rossa) dove sulla facciata due iscrizioni ricordano al pellegrino la precarietà dell’esistenza.

 

 

 

 

 

 

Il nostro cammino termina nella commenda dei cavalieri di san Giovanni a Bubikon. Uno splendido complesso di edifici medievali, realizzato dall’ordine equestre (divenuto più tardi Ordine di Malta), per offrire assistenza ospedaliera ai pellegrini. Tracce di affreschi del Duecento si vedono ancora nella cappella in cui viene celebrata la santa messa.

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Secondo giorno: da Rapperswil ad Einsiedeln

(Km: 13. Dislivello: 700 m, mezzo ausiliario: battello)

Manco a dirlo, anche a Rapperswil sorgeva un luogo dove dare accoglienza ai pellegrini: l’ospedale dello Spirito Santo. C’è anche la casetta santa (Heilig-Hüsli), che si trova su uno scoglio all’inizio della passerella di legno – ricostruita nel 2001 – che nel Medioevo permetteva ai pellegrini di attraversare il lago di Zurigo. Lunga un chilometro e mezzo, conduce ad Hurden, dove la cappella di Nostra Signora accoglie il viandante dopo l’audace impresa.

 

 

 

Noi però prendiamo il battello perché in mezzo al lago ci aspetta una notevole sorpresa. L’isola di Ufenau, infatti custodisce la chiesa dei santi Pietro e Paolo, del VII secolo, quando i santi Gallo e Colombano percorsero questi territori per portarvi la Buona Novella. Sulla collinetta che domina l’isola c’è la cappella di san Martino, con interessanti tracce d’arte.

 

 

 

 

Attraversato il lago arriviamo a Pfäffikon, dove l’arte sacra fa a pugni. Vicino al lago si vede ancora la cappella del castello, con tracce gotiche e barocche. Poco più in là sta invece l’odierna chiesa parrocchiale. A voi scegliere quale stile piace di più.

 

 

 

 

 

 

Da qui saliamo verso il passo dell’Etzel. Percorriamo la stessa strada che nell’Alto Medioevo fece Meinrado, monaco isolano, viveva infatti nell’abbazia di Reichenau. Scelse questo monte per ritirarsi in solitudine. Si può leggere la sua storia sugli affreschi della volta della cappella a lui dedicata, restaurati con il concorso del massagnese Tita Pozzi. Il ricordo del santo monaco non vive qui solo grazie alle immagini; nella cappella sono state tumulate anche le sue interiora.

 

 

 

Continuiamo sui passi del buon Meinrado che ripartì dall’Etzel, scese lungo la Sihl, raggiunse un lago, si inoltrò nei boschi e finalmente trovò un luogo ancor più appartato dove raccogliersi in preghiera. Si costruì una cella dove poi morì, accompagnato dai leggendari corvi. Dopo un paio di secoli la sua cella divenne una cappella, attorno sorse un monastero e pian piano quel luogo di solitudine divenne una delle mete di pellegrinaggio più frequentate della cristianità: Einsiedeln.

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