10 – Todtmoos

Alla frontiera con la Germania attraversiamo per il prima volta il Reno, un fiume che ritroveremo spesso, e ci infiliamo tra gli abeti della Foresta Nera.

La pioggerella insistente di quei giorni non ci ha impedito di ammirare una mezza dozzina di luoghi di culto della Foresta Nera, il primo dei quali appartenuto al vescovo di San Gallo. Ecco un pensiero sul pellegrinaggio di san Giovanni Paolo II “Recarci in spirito di preghiera da un luogo a un altro, nello spazio particolarmente segnato dall’intervento di Dio, ci aiuta non soltanto a vivere la nostra vita come un cammino, ma ci dà plasticamente l’idea di un Dio che non ci guarda dall’alto, ma si è fatto nostro compagno di viaggio. Il pellegrinaggio nei luoghi santi diventa così un’esperienza straordinariamente significativa.”

11 – Zurzach

Attraversiamo la Foresta Nera verso sud, attraversiamo Reno e confine a Coblenza ed eccoci di nuovo in Svizzera, a Bad Zurzach, rinomata località termale.

A Zurzach incontriamo santa Verena, che l’agiografia racconta soggiornò in due luoghi visitati nei nostri pellegrinaggi: Soletta, dove abbiamo pregato nel suo eremo, e Saint-Maurice. Visse realizzando l’ideale cristiano delle virtù e dell’amore per il prossimo, dando da mangiare ai poveri e curando i lebbrosi.
La sua tomba a Zurzach è diventata centro di culto, ed è la testimonianza dei primi passi del cristianesimo in Svizzera; il monastero, eretto nel decimo secolo sulla sua tomba, divenne meta di numerosi pellegrinaggi.
Verena è una delle sante più venerate in Svizzera: specialmente nelle regioni di lingua tedesca molti sono gli altari, le cappelle e le chiese a lei dedicate. Nell’arte è rappresentata con un pettine in una mano e nell’altra una brocca, simboli della sua cura per i meno fortunati, lei che seppe incarnare così bene la virtù teologale della Carità. Ci vengono allora alla mente le parole di san paolo nella lettera ai Corinzi: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

12 – Fahr

In pochi chilometri raggiungiamo il “Castello d’acqua della Svizzera”, dove Reuss e Limmat si gettano nell’Aar. Poi risaliamo la Limmat fino a Fahr

A Fahr, exclave argoviese nel Canton Zurigo, c’è un convento di suore benedettine fondato nel 1130; qui ancora oggi le monache pregano, lavorano la terra e realizzano i paramenti per le celebrazioni liturgiche. “Ora et labora” è il motto che sintetizza la tradizione benedettina: la preghiera e il lavoro, l’anima e il corpo, la meditazione e la fatica. Così si legge nel prologo della Regola di san Benedetto: “Ecco che nella sua paterna bontà il Signore ci indica la via della vita. Cingiamoci dunque con la fede e con la pratica delle buone opere e, guidati dal Vangelo, camminiamo per le sue vie, per divenire degni di vedere Colui che ci chiamò al Suo regno.”

13 – Muri

Meglio affrontare questo tratto col cavallo di san Francesco. Usciamo dalle spire della periferia di Zurigo andando verso le spire della Reuss a Bremgarten. Da qui tutta campagna fino a Muri

Muri ha un’abbazia antica, fondata nel 1027, che durante la storia subì varie traversie. Qui c’è la cripta degli Asburgo, che conserva i cuori dell’ultima coppia imperiale austriaca. E parlando di cuore, ecco che il nostro cammino è sostenuto dalle parole del Salmo 86. “Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; tieni unito il mio cuore, perché tema il tuo nome. Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, perché grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi.

14 – Neuenkirch

Fa mal i pé, ma si continua pedibus calcantibus. Direzione ovest, fino al Baldeggersee, che si costeggia per puntare su un altro lago, più bellicoso, trattasi del lago di Sempach.

A Neuenkirch incontriamo il servo di Dio Niklaus Wolf (1756-1832), anche lui, come san Nicolao, padre di famiglia e uomo impegnato nella cosa pubblica. Fu deputato al Gran Consiglio lucernese. Creò gruppi di preghiera e visse ricco del carisma di guaritore. Che anche al giorno d’oggi non manchino uomini politici forti nella fede!

15 – Hergiswald

A Emmenbrücke attraversiamo la Emme e affrontiamo la salita che ci porta ad Hergiswald, ai piedi del Pilatus.

Hergiswald è santuario mariano e sui cassettoni del suo soffitto sono disegnate le litanie della Madonna. “Rosa mistica, Torre di Davide, Torre d’avorio, Casa d’oro, Arca dell’alleanza, Porta del cielo, Stella del mattino, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti…” Eccoci così invitati a recitare il rosario.

16 – Lucerna

Questa è proprio una tappa corta, non ce n’è mai capitata una così corta nelle 64 fatte finora. Ci infiliamo giù verso Lucerna che dista 7 chilometri in linea d’aria.

Portiamoci sul Wesemlin, sulle alture di Lucerna, dove sta il santuario di Nostra Signora, che è anche sede della Provincia svizzera dei frati francescani Cappuccini. E’ l’occasione per recitare la preghiera semplice attribuita a san Francesco. “Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa ch’io porti amore, dove è offesa, ch’io porti il perdono, dove è discordia, ch’io porti la fede, dove è l’errore, ch’io porti la Verità, dove è la disperazione, ch’io porti la speranza. Dove è tristezza, ch’io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto: ad essere compreso, quanto a comprendere, ad essere amato, quanto ad amare. Poiché è dando, che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna. Amen.

17 – Fischingen

Passiamo in testa a tre laghi, Lucerna Zugo e Zurigo, scappiamo dal rumore delle città e ci infiliamo nei boschi. In fondo a una valle ci aspetta l’abbazia di Fischingen.

A Fischingen visse nel Medioevo santa Idda che si ritiene fosse la moglie di un conte del Toggenburgo. Secondo la leggenda sarebbe stata gettata dal marito da una finestra del castello, perché sospettata di infedeltà coniugale. Sopravvissuta alla caduta, si ritirò come suora laica nel convento di Fischingen e si diede a vita eremitica in una grotta, da dove si recava ogni notte a mattutino nella chiesa del vicino monastero, preceduta da un cervo che portava dodici candeline tra le corna. Così come il cervo illuminava la sua strada, sappiamo lasciare che Dio, la vera Luce del mondo, illumini la nostra!

18 – Jakobsbad

Avanti verso le dolci colline e i verdi pascoli del Canton Appenzello per raggiungere il convento di Jakobsbad.

Nell’Appenzello ci sono le suore cappuccine che animano i conventi e che conoscono i rimedi naturali più apprezzati. Ma i balsami non sono solo per il corpo, ci sono anche per l’anima! Ecco cosa ci insegna la bibbia, nel libro del Siracide. “Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore.” È sempre bello, lungo le strade del nostro pellegrinaggio, camminare accanto a tanti amici veri!

19 – San Gallo

Dall’idillio dei pascoli si torna in città. Questa volta a San Gallo, dove ci aspettano abbazia e biblioteca, diventate ormai patrimonio mondiale dell’umanità.

Gallo, l’eremita che diede origine alla città che visitiamo oggi, era un monaco che nei primi tempi del cristianesimo (era circa l’anno 590) partì dall’Irlanda per andare a diffondere la Buona Novella. Chissà che, prima di partire per il continente, non gli sia stata impartita la benedizione del viaggiatore irlandese, attribuita a san Patrizio. “Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”