30 – Riedertal

Infiliamoci nella valle della Linth che risaliamo tutta fino all’attacco del passo del Klausen. Ci aspetta una salita lunga e piacevole, e una discesa più ripida sul versante urano. A Bürglen imbocchiamo la Ridertal.

Quante volte abbiamo percorso in automobile la valle della Reuss senza mai fermarci, se non in qualche ritrovo. Che sorpresa pertanto la visita delle sue numerose chiese con splendidi altari barocchi. La testimonianza di una fede che ha lasciato tracce luminose in un territorio che appare impervio. Una fede che si aggrappa alle rocce, che è solida e costante nel tempo, come quel contadino che abbiamo incontrato all’inizio della Via Crucis che portava, come ogni settimana, un cero alla Madonna.

31 – Engelberg

Ecco un passo che sarà una sorpresa per molti. È i Surenenpass, che ci porta direttamente ad Engelberg. I meno allenati possono prendere la teleferica da Attinghausen così da avere più dolce la salita.

Engelberg, il “Monte degli Angeli”: la sua abbazia benedettina, seconda per importanza in Svizzera dopo Einsiedeln, con la meravigliosa collegiata barocca dedicata a Maria Assunta, è stata il punto di partenza del pellegrinaggio organizzato nell’anno del 700° di fondazione della Confederazione, concluso con un tratto della Via Svizzera fino a Seedorf. Al termine del pellegrinaggio don Marco Dazzi ci consegnò queste parole: “È un’occasione per ringraziare la Provvidenza divina che, servendosi della dedizione di molti cittadini delle generazioni che ci hanno preceduto, attraverso molteplici vicende storiche, ci ha dato il Paese nel quale oggi siamo felici di vivere”.

32 – Einsiedeln

Tappa mista per il gran finale. Scendiamo in bus fino a Buochs, da qui si attraversa il lago con il traghetto fino a Gersau e si riprende il bus che ci porta a Svitto e poi su fino a Einsiedeln.

Einsiedeln è il santuario mariano più frequentato in Svizzera ed è anche quello più visitato dai nostri pellegrinaggi: due volte come meta finale (1988 provenienti dal Ranft e 1997 da Fischingen) e due volte come punto di partenza (1998 per Hermetschwil e 2007 per il Ranft).

Qui però la mente torna inevitabilmente a quell’afoso pomeriggio del 1° maggio 1988 quando, risalendo le vie della cittadina svittese e sbucando sull’assolata piazza del monastero, dopo i 47 km del primo pellegrinaggio, ci apparvero come un miraggio le sagome familiari delle due torri campanarie e la meravigliosa facciata barocca della basilica. Le due braccia semicircolari dei porticati ci accolsero come in un abbraccio per guidarci all’interno alla Cappella delle Grazie, che custodisce la venerata effigie della Madonna degli Eremiti.

Davanti alla quale ogni sera, da tempo immemorabile, dopo la recita dei Vesperi i monaci intonano l’antico canto del Salve Regina. Commenta padre Mauro Lepori, abate generale dei Cistercensi: “Nel Salve Regina chiediamo su tutta la valle di lacrime del mondo, e su tutti gli esuli figli di Eva, la luce dolce e consolante degli occhi misericordiosi della Regina e Madre di Misericordia, affinché in ogni circostanza, in ogni notte e pericolo, lo sguardo di Maria ci mostri Gesù, ci mostri che Gesù è presente, che ci conforta, che ci guarisce e ci salva“.