2021 – Pellegrinaggio parrocchiale

Carissimi,

il pellegrinaggio della parrocchia di Massagno 2021 non potrà svolgersi con il formato classico al quale eravamo abituati. Stiamo attendendo un miglioramento della situazione generale per proporvi qualcosa che ci permetta di vivere, magari anche solo parzialmente, la bella esperienza di camminare ancora insieme lungo i sentieri della fede.

… speriamo “a presto!”, con buone nuove.

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Nell’antico territorio dei principi-abati di San Gallo

Pellegrinaggio n. 19

Nel 612 il monaco eremita irlandese Gallo si stabilì vicino alle cascate del fiume Steinach, dove costruì un piccolo oratorio. Dopo la sua morte molte persone continuarono a recarsi dove aveva vissuto ed era stato sepolto. Passarono ancora cent’anni e in questo luogo venne fondato un monastero dall’abate Otmar. 1300 anni dopo la fondazione, anche noi andremo in pellegrinaggio sulla tomba del buon Gallo, diventato nel frattempo santo, eremita aiutato da un orso che lo riforniva di legna. Per raggiungerla ci metteremo sulle tracce dei monaci irlandesi (o celtici) e visiteremo qualche antico convento in questa terra retta da potenti abati che furono anche principi del Sacro Romano Impero.

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PRIMO GIORNO: DA WIL A MAGDENAU

(Km: 20. Dislivello: 480 m)

Wil sorge su una rocca oramai ricoperta da edifici e ai suoi piedi sta il convento delle suore domenicane di santa Caterina d’Alessandria. Bella la chiesa in stile barocco, grande lo spazio occupato da questo convento che si è sviluppato negli anni per accogliere le allieve della scuola retta dalle suore, verde il giardino che lo circonda. La comunità di santa Caterina risale addirittura al 1228, quando a San Gallo c’era un convento di beghine.

L’abbazia delle benedettine di St. Gallenberg (la montagna di san Gallo), ha da un lato la dolce pianura e dall’altro un precipizio sul fiume Thur. È la rocca del Glattburg, dove un tempo sorgeva un castello, che si riconosce ancora nel profilo dell’edificio. Al centro della vita comunitaria rimane l’adorazione perenne (“ora”), ma le suore non disdegnano la vita dei campi (“labora”): hanno orti, giardini delle erbe e una fattoria data in gestione a terzi. Nata nel 1754, questa comunità è l’ultima filiazione ancora esistente dell’abbazia di San Gallo.

Anche il terzo monastero visitato ha origini antiche: alla sua genesi stanno sempre le beghine di San Gallo del 1228. Trasferitesi a Magdenau, nel 1247 ottengono la filiazione all’ordine cistercense. Il convento è come un piccolo borgo immerso nel verde dei boschi e protetto dalle mura. Nel silenzio le monache incontrano sé stesse, incontrano gli altri attraverso la preghiera e Dio le incontra.

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SECONDO GIORNO: DA RORSCHACH A SAN GALLO

(Km: 16. Dislivello: 560 m)

Per raggiungere San Gallo ci infiliamo nel Cammino di San Giacomo. Si parte da Rorschach, dalla fontana a lui dedicata, dove i pellegrini riprendevano il passo dopo aver attraversato il Lago Bodanico in battello. Ai tempi qui c’era una cappella, la cui campana è stata inserita nella fontana, proprio sotto i piedi del santo.

A Rorschach c’è la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Colombano e Costanzo. Colombano, anche lui monaco irlandese e compagno di Gallo, nel 590 varcò il mare per rievangelizzare il continente dopo la devastazione portata dai barbari. La parrocchiale ha una bella facciata convessa di forme barocche e campanile a cipolla.

Salendo per via rettilinea dal centro di Rorschach, ci si trova davanti il fastoso portale, barocco anche lui, dell’ex convento benedettino Mariaberg. È un edificio colossale, con 80 celle, costruito alla fine del Medioevo, che mai venne utilizzato per il suo scopo precipuo ma servì come: residenza degli abati, istituto teologico, lazzaretto e infine scuola magistrale cantonale. Qui nel primo Novecento visse, come domestica della famiglia di un docente, la beata Ulrica Nisch, soprannominata “Suor Niente”.

Tra Rorschach e San Gallo resiste un po’ di campagna, che si fa sempre più ingoiare dal cemento. Untereggen doveva un tempo essere borgo immerso nel verde, ora è periferia di città. Qui sta la parrocchiale di santa Maria Maddalena, una santa a più facce: come Maria di Magdala la sappiamo prima testimone della Resurrezione, come Maria di Betania la vediamo asciugare con la sua chioma i piedi di Gesù, c’è poi anche chi la identifica con l’adultera salvata da Gesù dalla lapidazione. A fare da fil rouge tra queste figure c’è la presa di coscienza del peccato che ha portato la Maddalena a diventare simbolo del pentimento.

Alla collezione di ordini religiosi visitati in questo pellegrinaggio mancavano i francescani. Colmiamo la lacuna con il convento dedicato a “Nostra Signora del Buon Consiglio” delle cappuccine di Notkersegg, sulle alture della città di San Gallo. Rimanendo sulle alture affianchiamo prima tre laghetti (bello fare l’escursione d’estate e rinfrescarsi nell’acqua) e poi ci fiondiamo in città passando dalle gole del Mühlebach.

Nel 1983, l’area abbaziale di San Gallo viene decretata dall’UNESCO, Patrimonio mondiale dell’umanità, si tratta infatti di uno dei maggiori centri culturali europei dell’Alto Medioevo. Impossibile descriverla in poche righe, ci limiteremo allora a due suggerimenti. Per la biblioteca: la cosiddetta “pianta di San Gallo”, disegno su pergamena del XI secolo che descrive una completa abbazia benedettina. Per la chiesa abbaziale, ora cattedrale: la cripta di san Gallo, un tempo “luogo selvaggio, con alte montagne, strette valli e numerosissimi orsi”.

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Ai luoghi santi della Foresta Nera

Pellegrinaggio numero 12

C’è chi si reca nella Foresta Nera perché ama i boschi d’abete e chi cerca invece la torta di cioccolato e ciliegie. Chi desidera rivivere gli ambientamenti delle fiabe dei fratelli Grimm e chi vuole comperarsi un orologio a cucù. Chi si gode un’escursione in battello sul Titisee e chi punta alla sella di capriolo alla Baden-Baden. Noi andremo a caccia non di ungulati ma di santuari, vecchi monasteri e luoghi di spiritualità.

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PRIMO GIORNO: DA KIRCHZARTEN A SANKT MÄRGEN

(Km: 20. Dislivello: 650 m)

Partiamo da Kirchzarten, nella zona d’influenza del monastero benedettino di San Gallo, che dista in linea d’aria poco più di 100 chilometri e che già nell’816 possedeva qui beni e terre. La base della possente torre campanaria della parrocchiale parla di romanico, l’interno della chiesa racconta lo spumeggiante barocco-rococò. San Gallo è lì sopra l’altare principale, vegliato dall’orso che andava a trovarlo tutte le notti.

Qualche minuto verso Sud per salire sulla collinetta dello Giersberg, dove sta un piccolo santuario mariano con annesso “Café und Pilgerstube” (Ristorante e salotto del pellegrino), questo dedicato a san Lorenzo. Nel Settecento una voce suggerì a un pastorello che la Madonna doveva essere qui onorata.

Inversione di 180° per ripartire verso Nord, direzione Lindenberg, dove dopo una salita panoramica si raggiunge il santuario della Madonna delle Grazie, la più frequentata meta di pellegrinaggi dell’arcidiocesi di Freiburg. Nell’Ottocento vi si teneva l’adorazione perpetua: la preghiera e la contemplazione ininterrotta davanti all’ostia consacrata. Questa devozione è stata ripresa nel 1955 ed è tuttora praticata.

Nell’Undicesimo secolo i duchi di Zähringen fecero erigere a St. Peter un’abbazia benedettina destinata a conservare le loro tombe. Il monastero fu soppresso, ma resta la notevole chiesa abbaziale in sasso rosso, con le due alte torri campanarie e la straordinaria biblioteca in stile rococò. Gli stessi duchi fondarono anche le città di Friburgo (quella svizzera), Berna e Morat e gli stemmi di queste località si possono ammirare nella piazza centrale del borgo.

Ascendiamo un nuovo monte costellato di cappelle, il Kapfenberg, e terminiamo a St. Märgen, altro borgo immerso nella foresta, dove nel Medioevo venne eretto un convento agostiniano, anche lui soppresso nell’Ottocento. Resta la chiesa, oggi santuario affidato ai padri paolini di Czestochowa, dove si venera un’effigie della Madonna risalente al XII secolo. In questa località visse Matthias Faller, che nel Settecento decorò molte delle chiese ammirate in giornata.

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