(Km: 22,5. Dislivello: 700 m.)

 

L’abbazia di Engelberg è stata, fino al 1798, un piccolo stato ecclesiastico, e ha fecondato tutta la terra che le sta attorno. Nella valle di Engelberg è come se l’opera dei monaci ci parlasse. Nel monastero c’è un monaco ebanista, che realizza delle splendide opere a intaglio, e un monaco artista, che fa delle magnifiche vetrate. Le opere di questi monaci si inseriscono a meraviglia nell’opera di Dio: l’imponente scenario della valle di Engelberg.

 

Da Engelberg si può salire e percorrere il “Benediktusweg“, una “strada alta” che conduce a Niederrickenbach. Quell’anno era brutto tempo e abbiamo preso la strada bassa, che accompagna il fondovalle, dove scorre il fiume “Aa”, molto familiare a chi ama le parole crociate…

 

 

Bella la cappella di Santa Croce a Grafenort: una costruzione barocca in tre volumi. L’ambiente principale ottogonale, il coro orientato, la piccola sagrestia.

 

Non ci sono più cacciatori di lupi a Wolfenschiessen, ma due fattorie del Seicento e antiche abitazioni, tra cui la Höchhus, costruita nel 1586, esempio di casa signorile della Svizzera centrale con torretta e sala ricevimenti.

 

Niederrickenbach è un nido d’aquila. Per raggiungerlo si fanno 700 metri di dislivello che non è uno scherzo: le pendenze sono notevoli. Per fortuna c’è anche la teleferica. Poi lassù si respira l’imponenza e la ieraticità dei monasteri benedettini. Attorno al monastero è nato come un paese, incollato alla montagna. Da molti anni, le preghiere e le intercessioni delle monache di san Benedetto lo aiutano a non cadere giù, in fondo alla valle.

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