(Km: 19. Dislivello: 500 m)

La chiesa di Saint-Pierre-aux-Liens a Bulle è il punto di partenza di una tappa a semicerchio attorno a questa città capoluogo della Gruyère. È un imponente edificio dell’Ottocento, ricostruito dopo gli incendi che hanno distrutto la città. Sulla piazza si ammirano un tiglio secolare e “Les Halles”, il mercato coperto.

 

 

 

È splendida la natura che circonda l’ormai ex certosa della Part-Dieu. Nel 1307 i primi religiosi costruirono questo alto luogo dello spirito per pregare e contemplare. Ormai non vivono più qui, li hanno scacciati, e allora si può varcare il portone. Resta una chiesa ormai dismessa, un dolce prato al cui centro sta una fontana, qualche vecchio sasso, dei locali che sanno d’antico. Ma basta tendere bene le orecchie per sentire ancora le voci salmodianti dei monaci che riempiono il silenzio.

 

 

 

Il su e giù tra dolci pendii ci porta al Carmelo della Vergine Immacolata e di san Giuseppe, nel comune di Le Pâquier. È un edificio realizzato nel Novecento, dove una ventina di suore pregano per noi e si guadagnano la vita con lavori di artigianato. Belle le vetrate della cappella creata all’interno del monastero, dove c’è anche il coro nel quale si raccolgono le suore.

 

 

Su buona parte dei calendari che presentano la Svizzera ci sono il castello o la cittadina di Gruyères; non c’è luogo nella nostra nazione dove il Medioevo è così presente. Camminando lungo i viottoli del villaggio appoggiato sulla collina si fa un tufo nel tempo. In basso, discosta dalla via principale che porta al castello, sta la chiesa dedicata al vallesano san Teodulo, con le vetrate di Yoki.

 

 

Nella pianura formata dalla Sarine a Sud di Bulle ecco il santuario di Notre Dame des Marches. Nel 1884 ci fu la guarigione miracolosa della giovane Léonilde e, come in tutti i santuari, i pellegrini hanno appeso i loro ex voto. Il Bambino portato in braccio dalla Madonna è paffuto e sorridente. A questo santuario è ispirato lo struggente canto Nouthra Dona di Mârtsè, preghiera composta in dialetto dall’Abbé Bovet, anche lui un’icona della Gruyère.

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One Reply to “SECONDO GIORNO: DA BULLE A NOTRE DAME DES MARCHES”

  1. Sandro says:

    Maurizio riesce a dire in poche parole tante cose, davvero bravo.
    Leggendo il suo resoconto sono ritornato sui passi del pellegrinaggio e ho rivissuto gli intensi momenti di preghiera, di gioia, di contemplazione della bellezza del Creato.

    Signore,
    mi creasti per amore,
    per amare;
    fa che io cammini,
    che io salga,
    dalle vette,
    verso di Te,
    con tutta la mia vita,
    con tutti i miei fratelli,
    con tutto il creato,
    nell’audacia e nell’adorazione.
    (Gratien Volluz)

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