(Km: 18. Dislivello: 50 m)

A Martigny il Reno alza il gomito, forse ubriacato dalla troppa vigna, e punta verso ovest. Gli abitanti del posto si chiamano Octoduriens, dal nome latino della città dove giunge la strada del passo del Gran San Bernardo. E ai tempi dei romani qui risiedeva san Teodulo, primo vescovo del Vallese e patrono dei vignaioli vallesani. La chiesa parrocchiale Notre-Dame de la Visitation fu in origine, con buona probabilità, la sua cattedrale.

 

 

Vernayaz è un comune appena centenario, essendo stato creato dopo la bonifica della piana del  Rodano. Qui prosperano gli alberi da frutta e da qui passa la via Francigena, itinerario che dal Medioevo porta i pellegrini da Canterbury a Roma.

 

 

 

A Vérolliez sono stati uccisi, attorno al 286, i soldati romani della legione tebana, guidati da Maurizio. Divennero martiri per non aver voluto eseguire ordini in contrasto con il loro credo. A loro è attribuita questa testimonianza di fede nel Cristo: “Lui ci ha fatto passare dal niente alla vita”. Dopo circa cent’anni il vescovo Teodulo fece trasferire le loro ossa a pochi chilometri di distanza, dove la valle si stringe.

 

Sul sepolcro dei martiri, testimoni della fede, venne eretto prima un santuario poi, nel 515, un monastero, cui succedette una comunità di canonici che ancor oggi segue la regola di sant’Agostino. La località prese il nome di Saint-Maurice ed è ancora ai nostri giorni il più vecchio monastero del Nord Europa dove la vita religiosa scorre senza soluzione di continuità.

 

 

L’abbazia conserva il tesoro più importante della Svizzera, segno di una venerazione che risale ai primi anni del cristianesimo, e un ambone carolingio raffigurante la croce, albero della vita. Molto simile a quello che si trova a Romainmôtier… un incentivo per andare presto a vederlo?

 

 

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