Primo giorno: Da Heiligkreuz a Werthenstein
(Km: 15. Dislivello: 200 m. Mezzi ausiliari: autobus)
Nel santuario di Heiligkreuz viene venerata una
reliquia della santa Croce sulla quale morì Nostro Signore Gesù Cristo. La storia racconta di un religioso che qui trovò la reliquia nel 1344 (si trovava nascosta sotto un pino da più di mille anni). Subito venne edificata una cappella e la venerazione popolare fece sì che poco alla volta si costruirono anche la chiesa e l’ospizio per i pellegrini.
Nel settembre del 2001 la regione dell’Entlebuch
è stata inserita dall’UNESCO nella lista delle riserve della biosfera. Si possono apprezzare estesi pascoli frammisti a qualche bosco e a porzioni di torbiere. Grandi stalle danno riparo al fieno che qui certo non manca. Le fattorie sono disseminate lungo i dolci pendii, ogni tanto qualche paese interrompe lo scenario dei verdi declivi.
Il santuario di Werthenstein domina la valle della
Piccola Emme dall’alto di una rocca, quasi un portale a marcare l’entrata e l’uscita dall’Entlebuch. Fu, fino al Settecento, un luogo di pellegrinaggio molto visitato, secondo solo ad Einsiedeln. Ora vi si trovano delle sale per associazioni, una biblioteca e l’abitazione del parroco. Bello il chiostro, a pianta pentagonale, che racchiude l’entrata della chiesa e parte dell’edificio sacro.
Canton Lucerna. Nella chiesa di sant’Ulrico riposano le spoglie del Servo di Dio Niklaus Wolf. Nato nel 1756, fu un laico al servizio della Chiesa, agricoltore e uomo politico, proprio come Nicolao dell Flüe, santo patrono della Svizzera. Creò dei gruppi di preghiera e visse con il carisma di guaritore di corpi e di anime.
A lui (il cui nome in tedesco suona Jost) è dedicato il santuario di Blatten. Un luogo costruito già nel Trecento, ingrandito ed abbellito con il passare degli anni e con il crescere dei pellegrini. Nonostante le varie aggiunte, in particolare di cappelle, l’edificio colpisce per l’equilibrio dei volumi. All’interno c’è un ciclo pittorico con 27 quadri che illustrano la vita del santo.
cammino di espiazione in salita con oltre 700 scalini, si raggiunge il santuario di Hergiswald sopra Kriens, che racchiude una copia della santa Casa di Loreto. In questo sacro edificio colpiscono le stupende statue lignee, in particolare le seicentesche pale d’altare. ma ancor più impressionante è il soffitto: 324 tavole di legno dipinte con immagini simboliche mariane e commentate da una didascalia in latino. Un inno alla Madonna, ma anche un manifesto della grafica.
La chiesa abbaziale di Payerne è la quintessenza del romanico in Svizzera. Nelle sue luminose navate, coronate dalle volte a botte, si respira ancor oggi la purezza e l’essenzialità dello stile romanico. Qui, sulla pianura della Broye, al colmo di una piccola collina ora nascosta dagli edifici della città, l’edificio sorge intatto da più di mille anni, dai tempi della regina Berta, forse quella stessa Berta che amava filare…
luogo di pellegrinaggio custodito da monaci cistercensi vietnamiti. Si prosegue in un territorio di torri e castelli, dove le tracce di Medioevo spuntano dalle colline che costellano la pianura, ed ecco profilarsi il castello e la chiesa di Montagny-les-Monts. Ancora qualche chilometro e si giunge allo splendido ponte di Villars-sur-Glâne, menzionato già nel 1147, così come la cappella che lo protegge, dedicata a sant’Apollonia.
di san Benedetto, seguita dai monaci cistercensi, si dice che «Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: “Sono stato ospite e mi avete accolto”». L’abbazia è un vero gioiello d’arte. Dal 1994 la comunità è guidata dall’abate ticinese dom Mauro Lepori.
si trova nel bosco. Non è stata costruita mettendo pietra su pietra, ma è stata scavata nella roccia. Trovarsi dentro è sentire di meno. Cessano i rumori, si attenuano le luci. Eccoci pronti ad abbandonare le distrazioni per lasciar spazio alla presenza di Dio.
leggendo gli affreschi sulla cappella di san Giacomo che raccontano il miracolo della forca. Si tratta di un miracolo realizzato dal Santo che salvò da morte un pellegrino in viaggio verso Santiago. San Giacomo ci protegge, possiamo affidarci a lui e continuare il cammino.
mura di Friborgo, dove una volta stava il lebbrosario. Qui una statua della Madonna viene venerata dai tempi del Medioevo.
Ed è proprio scendendo in Basse Ville, dove la Sarine disegna flessuose anse, che si raggiunge il monastero femminile cistercense della Maigrauge. Qui la vita delle monache pulsa ininterrotta da più di 750 anni, e anche le mura della chiesa sono le stesse di 750 anni fa.
con figure e decorazioni che richiamano l’arte romanica.
Partenza da Romont, borgo medievale del Canton Friborgo posto a 760 m sul livello del mare. È una cittadella fortificata, protetta da mura, torri e castello, costruita su una collinetta dalla quale si domina la campagna circostante.
nel 1266, da più di sette secoli qui si vive e si prega secondo la regola di san Benedetto. Il coro della chiesa è tra le poche testimonianze rimasta dell’architettura medievale. È di stile gotico e risale al 1350. L’ultima preghiera della giornata, il “Salve Regina”, è cantata dalle monache davanti alla Nostra Signora della Compassione, patrona dell’abbazia.
sotto alle alte rive scavate dal fiume nella molassa, sta l’abbazia cistercense di Hauterive. Fondata nel 1138 da Guglielmo IV di Glâne, fu tra le prime fondazioni dell’ordine cistercense, che venne iniziato nel 1098 da Roberto di Molesme. La chiesa abbaziale risale al XII secolo, di grandissimo interesse artistico sono gli stalli del coro e il chiostro.
I monaci dell’abbazia di Hauterive seguono in modo genuino e rigoroso la regola di san Benedetto. Hauterive venne fondata da Guglielmo di Glâne come segno di perdono nei confronti di chi gli assassinò alcuni familiari. Hauterive è quindi stata fondata per affermare l’amore del Cristo, per affermare che questo amore è tutto e che è più forte del male e della morte.
Il verde cocuzzolo della Berra offre una vista a 360° sulle Alpi, l’Altopiano, il Giura: le tre regioni naturali della Svizzera. Questa dolce montagna si erge sopra i verdissimi pascoli della Gruyère, disseminati di châlets d’alpage con i tetti a scandole di legno. Camminando lungo questi pascoli eterni a tratti sembra di sentire, lontano, la voce di un pastore che intona il canto della “liôba”.
La Valsainte è l’ultima abbazia rimasta in Svizzera dove vivono i certosini, monaci che seguono la regola di san Bruno. Qui si vive nel silenzio e nella preghiera, ogni monaco ha la sua cella, l’ufficio divino si svolge nel cuore della notte. Grossa è la sorpresa nello scoprire un edificio dalle dimensioni grandiose (alcuni corridoi sono lunghi più di 100 metri) in fondo ad una piccola valle. Qui la chiesa non ha immagini: i monaci sono già tutto il giorno rivolti a Dio con la loro mente. Qui il silenzio è la tela di fondo: in inverno si possono sentire i fiocchi di neve mentre toccano terra.