Secondo giorno: da Lommis a Fischingen

(Km: 19, dislivello: 400 m.)

Il campanile a cipolla dell’arrivo di ieri spiccava per eleganza curvilinea. Il campanile della partenza di oggi, a Lommis, spicca invece per improbabili angolature geometriche, anche se ospita delle cinguettanti campane dal suono festaiolo e cristallino. Il buon Giacomo apostolo, che paterno veglia sul nostro cammino, è stato scelto come patrono anche di questa chiesa. La qual chiesa ha anche una cappella dedicata a Idda, santa che presto ritroveremo.

 

 

Per non voltare le spalle alla protezione divina, ma per variare pur sempre i santi, eccoci a Münchwilen, nella frazione di Sankt Margarethen, dove sostiamo nella cappella a lei dedicata. Anche questa, già nel Medioevo, era un’imprescindibile tappa del pellegrinaggio lungo il Sentiero degli Svevi. Lo si vede anche dalle scritte lasciate sui muri dai pellegrini.

 

 

Bello il santuario mariano delle Tre Fontane (Dreibrunnen) presso Wil. Ha un ampio portico, con le arcate che appoggiano su colonne sottili. All’interno, l’armonia degli spazi e delle luci aiutano il mistico pregare. Fanno da contrasto gli affreschi sulla volta, che illustrano le cruente battaglie di Lepanto e di Vienna.

 

 

 

Con una breve ma intensa salita raggiungiamo la cappella barocca di san Martino ad Oberwangen. Anche lei ha radici antiche, risale forse all’anno Mille. La si riconosce dall’ampio cupolone, messo lì come se fosse il cappello a bombetta della collina su cui si trova.

 

 

I declivi si sono accentuati e i boschi sono diventate abetaie. Tutt’a un tratto, uscendo dal bosco, verdi prati accompagnano lo sguardo verso un grande edificio meta e riposo del pellegrino. È il monastero di Fischingen, fondato anche lui nel Medioevo per incarico del vescovo di Costanza. Ha possenti ed eleganti lineamenti.

 

A Fischingen, davanti al monastero, c’è anche lì un cartello. Vi si legge nel 2016: “2300 km nach Santiago de Compostela”. È la strada che riprenderemo nel prossimo pellegrinaggio.

Nei luoghi di san Francesco di Sales

Pellegrinaggio n. 8

Eccoci di nuovo in Francia: dopo l’Alsazia ci aspetta l’Alta Savoia, dove cammineremo sulle tracce di san Francesco di Sales, patrono degli scrittori. Francesco fu uomo conosciuto per la sua bontà d’animo; “Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”. La prima parte dell’itinerario si snoda nell’alta valle dell’Arve, fiume che incontrerà il Rodano appena questi lascia il Lago Lemano. Nella seconda parte ci spostiamo di 50 chilometri ad Ovest, per salire sulle colline che dominano la riva francese del Lemano.

Primo giorno: da Les Houches al Plateau d’Assy

(Km: 14,6. Dislivello: 700m)

Per raggiungere la Francia dall’Italia si deve passare attraverso un traforo scavato sotto il massiccio del Monte Bianco. Si sbuca a Chamonix e dopo pochi chilometri eccoci a Les Houches, dove una monumentale e inquietante statua in cemento armato di Cristo Re, alta 25 metri, innalza lo sguardo verso il Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa.

 

 

 

 

 

 

L’itinerario pedestre si snoda sul fianco destro della valle dell’Arve, tra boschi, villaggi e case di vacanza, corteggiando la quota dei 1000 metri di altitudine. Scendiamo sul fondovalle per raggiungere Servoz, dove c’è una chiesa dedicata a san Lupo, vescovo di Troyes nei primi anni del cristianesimo.

 

 

 

 

 

Il nostro saliscendi tra terrazzo alluvionale e fondovalle ci porta ad ammirare la grandezza della natura ma anche l’insipienza dell’uomo, che l’ha sfregiata con sproporzionati villaggi di vacanza.

Da Servoz un’impegnativa salita ci porta al Lac Vert, di nome e di fatto, che troviamo però imbiancato.

 

 

 

 

 

Eccoci finalmente al Plateau d’Assy dove un tempo si trovavano sanatori per i malati di tubercolosi. Oggi ammiriamo la cappella di Notre-Dame-de-Toute-Grâce, considerata la chiave di volta per il rinnovamento dell’arte sacra nel ventesimo secolo. La facciata è un mosaico di Fernand Léger. All’interno si trovano opere di altri artisti immensi, tre su tutti: Georges Rouault, Henry Matisse, Marc Chagall. Una meraviglia creata dall’uomo che può rivaleggiare con il Monte Bianco, meraviglia creata da Dio che si contempla da quassù.

Secondo giorno: Da Vozerier ai Monts Voirons

(Km: 10,4. Dislivello: 650 m, mezzo ausiliario: bus)

Dove l’Arve ha trovato la quiete della pianura sta il villaggio di Vozerier. Da qui un tranquillo sentiero ci porta a La Roche-sur-Foron. Nel mezzo dell’itinerario sostiamo alla cappella della Bénite Fontaine voluta da san Francesco di Sales, allora vescovo di Ginevra, accanto ad una sorgente d’acqua miracolosa. Una Lourdes in miniatura, meta di pellegrinaggi da tutta la Savoia.

Nell’Ottocento il santuario è stato ricostruito in stile neogotico.

Con un viaggio in bus di una ventina di chilometri raggiungiamo il Col de Saxel, a quota 943, dove piccoli villaggi si nascondono tra i boschi. Sotto c’è la pianura del Chablais ginevrino, territorio che costeggia il Lago Lemano tra le città di Ginevra e Thonon-Les-Bains. A Saxel, comune che si trova qualche metro sotto al colle, la chiesa è stata costruita su uno sperone roccioso.

 

Dal colle parte il breve cammino che ci porta, in 5 chilometri d’ascesa, verso il monastero Notre-Dame de la Gloire-Dieu, dove vivono le suore della congregazione Petites Soeurs de Bethléhém. È stato fondato nel 1967, sul culmine della montagna che domina il Lemano, dove san Francesco di Sales amava raggiungere un gruppo di eremiti.

 

 

Qui vengono ospitate le postulanti della congregazione per i loro anni di noviziato; il viso raggiante della suora che incontriamo ci rivela il suo colloquio quotidiano con Dio. Per la preghiera indossano una veste bianca e immacolata, come vestito di bianco è l’omonimo monte, che si contempla da quassù e che ha accompagnato i nostri passi sulle strade dell’Alta Savoia.

Da Coira a Mels per la Signorìa grigionese

Pellegrinaggio n. 29

L’acqua porta la vita alla gente. I monasteri portano la vita allo spirito. Lungo il Reno, corso d’acqua che attraversa la nostra nazione, sono fioriti nel Medioevo grandi monasteri. Disentis vicino alle sue sorgenti, Mehrerau dove il Reno va a baciare il lago di Costanza, Reichenau dove lo lascia dopo un lungo amplesso. Tutti luoghi già visitati gli scorsi anni. Ne mancava uno: Pfäfers, che si trova dove il Reno, dopo la veemente corsa iniziale, trova la tranquillità della pianura.

PRIMO GIORNO: DA COIRA A BAD RAGAZ

(Km: 20. Dislivello: 100 m, mezzo ausiliario: bus)

Sulle alture di Coira, come punto luminoso che indica la strada, sta la chiesa di san Lucio, vescovo e patrono della città più vecchia della Svizzera, che qui subì il martirio agli albori della cristianità. Forse non è un caso, ma è in un posto oscuro e nascosto che troviamo questo santo tedoforo. Le sue reliquie riposano in una notevole cripta ad anello risalente addirittura ai tempi di Carlo Magno.

Coira è stato solo uno stuzzichino. Il percorso pedestre inizia da Zizers, nel cosiddetto “Castello inferiore”, costruito dalla famiglia von Salis. Quel “von”, particella nobiliare, dice che siamo in terre dove vissero e dominarono famiglie nobili. Col tempo questa casa è diventata segno di misericordia: prima dimora di religiosi, poi casa per anziani. Ma i nobili non l’hanno dimenticata; qui visse per quasi 30 anni l’ultima imperatrice d’Austria, la serva di Dio Zita di Borbone.

I nobili, dicevamo sopra. Non è un caso che questa terra venga chiamata la Signorìa grigionese. Nell’ampio fondovalle si incontrano castelli e dimore signorili. Ma è anche terra di vigna: le alte montagne tengono lontani i freddi venti del Nord e il favonio galoppa a riscaldare la pianura. Attraversiamo i coltivi della scuola agricola cantonale ammirando distese di fragole, piante di noci numerate, alberi da frutta, serre di rose.

Da tutta questa bucolica natura ecco spuntare, sul pendio della montagna, una bionda bambina con le treccine. È Heidi. Ci troviamo a Maienfeld, dove Johanna Spyri ha vissuto e dove ha ambientato la storia del personaggio svizzero forse più conosciuto al mondo dopo Roger Federer. I locali promotori del turismo hanno saputo sfruttare con perizia questa mucca dalle mammelle d’oro.

La piacevole camminata nella pianura grigionese del Reno termina… fuori cantone. Eccoci a Bad Ragaz, canton San Gallo, nella chiesa di san Leonardo. Una chiesa di storia e d’arte. Nel portico un memoriale ricorda la battaglia medievale di Ragaz, alla quale partecipò come portabandiera san Nicolao della Flüe. Nel coro troviamo notevoli affreschi di fine Medioevo: ad accompagnare Gesù e Maria ci sono santi ausiliatori, apostoli, profeti, evangelisti ed angeli musicanti.

SECONDO GIORNO: DA MELS A PFÄFERS

(Km: 16. Dislivello: 550 m)

Un convento in mezzo al paese. È quello dei frati cappuccini di Mels, nel canton San Gallo, lungo la piana del Reno. Di solito i cappuccini vanno a cercare silenzio e contemplazione (ricordate il Bigorio, prima fondazione dell’ordine in Svizzera?) qui invece, insediatisi a metà del Seicento, si sono frammisti alla gente e ancora oggi portano la Parola nel villaggio con la testimonianza della loro vita.

 

 

 

 

Adagiata su un pianoro lungo il fianco della montagna sta la cappella di sant’Antonio a Butz. Guardandola dal basso la ammiri per la sua posizione; entrandovi sei stupito dagli affreschi di metà Novecento. Si tratta di arte moderna, dove la rappresentazione della storia sacra si incontra e si scontra con il dramma e le tensioni dell’uomo che la dipinge. Così è per il purgatorio, dipinto nell’abside dall’artista Ferdinand Gehr.

 

A Wangs, dove parte la funivia per il Pizol, c’è l’Istituto Sancta Maria, un collegio per ragazzi retto dalla Fraternità di San Pio X. Si è insediato in un edificio in legno fatto costruire dal parroco erborista Künzle, già curato di questo paesotto tra il 1909 e il 1920 e sepolto nel locale cimitero.
Fu un grande diffusore della medicina naturale.

 

Grossa è la sorpresa quando da Bad Ragaz si guarda verso l’alto. Dove si intravede il profilo della Val Tamina spicca la statua del Cristo Redentore che abbraccia il mondo, che sembra quasi di aver fatto un esercizio di teletrasporto e di trovarsi tutto d’un colpo sul Corcovado di Rio de Janeiro. Si tratta proprio di una copia della statua brasileira, messa lì provvisoria ma che il volere della gente ha fatto diventare definitiva.

 

 

 

 

 

Eccoci finalmente all’ex abbazia benedettina di Pfäfers, sul monte di san Pirmino. Un’abbazia che venne soppressa a metà Ottocento e che da allora ospita una clinica. Resta però l’imponente chiesa barocca impreziosita da sgargianti stucchi, preziosi marmi, luminosi affreschi realizzati da magistri ticinesi. Nel Medioevo il monastero si occupò anche di sfruttare la sorgente termale, scoperta nella sottostante valle della Tamina. Sarebbe un sollievo, non solo dello spirito ma anche del corpo, terminare lì il pellegrinaggio.

 

P.S. A proposito di monasteri lungo il Reno… alla collezione manca Rheinau!