Una breve introduzione

Siete pronti a partire? Avete preparato il sacco, comperato il pic-nic, scaldata l’ugola per cantare la “Barbera”? Vi siete allenati al cammino? Giovanni, hai preso il grappino? Brunello, le cartine sono aggiornate? Giorgio, hai preparato la macchina fotografica? Don Paolo, hai già scritto le meditazioni?

Abbiamo pensato che non possiamo interrompere il nostro appuntamento che dura ininterrottamente da 32 anni. E allora vi proponiamo un pellegrinaggio virtuale: 32 tappe, una per giorno, a partire da venerdì 17 aprile, il giorno previsto per il ritrovo a Massagno. Ogni tappa ci riporterà su un luogo visitato in uno dei precedenti 32 pellegrinaggi.
Partiremo così dal Ranft e dopo 32 giorni arriveremo ad Einsiedeln: proprio le località di partenza e di arrivo del primo pellegrinaggio, nel lontano 1988. Questa volta però il giro sarà ben più lungo.

Per ogni tappa vi proporremo un’immagine del luogo visitato accompagnata da una riflessione, un ricordo o una preghiera proposti da Fausto, Luca e Rodolfo, tra i camminatori più esperti, quelli che hanno fatto tutti i pellegrinaggi o quasi. Per chi c’era sarà l’occasione di riflettere, pregare o di ritrovare i ricordi di un momento vissuto; per chi non c’era la possibilità di scoprire un luogo o una spiritualità che meritano di essere conosciuti. Buona strada!

01 – Ranft

Come tutti i venerdì si parte da Massagno, ritrovo al posteggio di Valgersa. I pullmann dell’ARL ci portano direttamente a Flüeli e da qui scendiamo al Ranft.

“Oh Signore, che ci hai dato una Patria incomparabile e l’hai sempre protetta, continua a far scendere le Tue abbondanti benedizioni su di essa… liberala da ogni male e salvala sempre da ogni pericolo… Santi nostri, che sulla nostra buona terra vi santificaste, e tu specialmente, beato Nicolao della Flüe, …pregate con noi e per noi, affinché… possiamo essere per la Patria nostra un presidio inespugnabile”.

Sono frasi tratte da una bellissima preghiera per la Patria, che si recitava in famiglia durante la Seconda guerra mondiale – quando l’eremita del Ranft non era ancora stato proclamato Santo – e che ci sembra sia ancora d’attualità in questi tempi di coronavirus.

(un piccolo spunto musicale lo potete trovare qui)

02 – Sacro Monte di Varallo

Affrontiamo un lungo viaggio. Si va con il bus a Spiez, da qui prendiamo il treno con il quale attraversiamo il Lötschberg e poi di nuovo in bus per valicare il Sempione, scendere su Varallo e salire infine al Sacro Monte.

Dalla rupe di Santa Caterina sul Lago Maggiore al lago d’Orta, superando il Mottarone e il giorno dopo raggiungendo il Sacro monte di Varallo: tutto è stato una scoperta quasi sulla porta di casa. Il Sacro monte di Varallo è stato costruito quando Gerusalemme era in mano ai Turchi e i cristiani non potevano più raggiungere in pellegrinaggio la Terra Santa. A Varallo sono stati riprodotti in miniatura i luoghi dove visse Gesù (è come una Swissminiatur medievale) e i pellegrini possono così, almeno idealmente, raggiungere la tomba dove Cristo è morto e risorto e rivivere alcuni momenti della sua vita. Un modo per riflettere sulla propria vita alla luce dei tre obiettivi suggeriti da papa Francesco: “Guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza”.

03 – Monts Voirons

Tappa tutta all’estero. Andiamo a prendere l’autostrada, passiamo da Torino, Aosta e poi ci infiliamo nella galleria del Monte Bianco. Dall’altra parte ci aspetta la Francia; scendiamo lungo l’Arve fin quasi a Ginevra.

Nel 1995 il pellegrinaggio è stato dedicato a San Francesco di Sales, il santo savoiardo vescovo di Ginevra in esilio ad Annecy. Il pellegrinaggio si è concluso ai 1400 m dei Monts Voirons, al monastero della Gloire-Dieu delle Piccole suore di Betlemme e dell’Assunzione di Maria. Ordine fondato nel 1950 che conta numerosissime giovani suore in molte parti delle Francia e anche all’estero. Delle “Petites soeurs” dei Monts Voirons (un centinaio, fra le quali anche una ticinese) ricorderemo in particolare la festosa e cordiale accoglienza e un inatteso squisito rinfresco, offertoci al termine della Messa celebrata da don Marco nel loro santuario mariano. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Abbiamo bisogno di trovare Dio, ed Egli non può essere trovato nel rumore e nella irrequietezza. Dio è amico del silenzio. Guarda come la natura – gli alberi, i fiori, l’erba – crescono in silenzio; guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio…. Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime.”

04 – Saint-Maurice

Un tragitto panoramico ci fa ammirare la sponda francese del Lago Lemano. Alla frontiera di Saint-Gingolph entriamo in Svizzera, per poi risalire il Rodano di qualche chilometro.

Camminando, in terra arida, per i vigneti del Vallese, siamo giunti all’abbazia di Saint-Maurice, il più vecchio monastero del Nord Europa, dove oggi vive una comunità di canonici che segue la regola di sant’Agostino. La nostra preghiera si è rivolta ai martiri della Legione tebana, testimoni di attaccamento alla fede sino alla morte. Una realtà vissuta ai nostri giorni da non pochi cristiani nel mondo. Siamone consapevoli.

05 – Valsainte

Il Col des Mosses ci porta nella dolce Gruyère. Arrivati a Bulle si sale verso Charmey e da lì ci si infila nella serafica Valsainte.

Scendendo dal colle innevato della Berra, dopo il canto “Signore delle cime”, ci appare, imponente, il complesso della Valsainte, unica certosa in Svizzera ancora abitata da monaci, che vivono in cellette singole disposte tutt’attorno al perimetro: oasi di pace, di fede e di preghiera posta in alto, sopra la verdeggiante Gruyère e il mondo indaffarato del Canton Friburgo. In questa giornata facciamoci accompagnare dal pensiero di don Giussani: “Per il pellegrinaggio della vita verso il destino, la personalità umana non ha bisogno che di una cosa molto elementare: una grande semplicità di cuore, una povertà d’animo e dello spirito. La Madonna è il “tipo” di questo uomo camminatore verso il suo destino, di questo protagonista nuovo del tempo.”

06 – Hauterive

Questa la possiamo fare anche a piedi, seguendo l’itinerario inverso del pellegrinaggio del 1989. Salita sul Col della Berra, discesa su La Roche e poi via verso Friburgo.

Sostando ad Hauterive ascoltiamo la parola di don Mauro Lepori, già abate di questo monastero e ora abate generale dell’ordine dei cistercensi. Nell’omelia del 25 dicembre 2019, proferita proprio ad Hauterive, ha parlato del cammino. “Il Vangelo non è un film di estetiche inquadrature a campo totale, ma un documentario che si sofferma su ogni incontro, su ogni parola, su ogni sguardo, su ogni gesto della mano con cui il Verbo di Dio «percorre» la nostra umanità, i nostri cammini di umanità, un passo dopo l’altro, un piede dopo l’altro. Questo è importante, perché tutto ciò che i passi di Gesù percorrono diventa cammino di Salvezza. Anche noi dobbiamo contemplare i passi del Salvatore nella nostra vita, ogni traccia della sua presenza sulla terra, a volte polverosa e sporca, delle nostre esistenze. Perché è l’unico modo per scoprire che il vero miracolo che opera in noi il Salvatore del mondo è quello di trasformare la nostra vita in cammino di salvezza, un cammino in cui il Vangelo si incarna e si annuncia. Allora scopriamo che la nostra vita, apparentemente o realmente monotona e insignificante, diventa in realtà un cammino che annuncia la pace, che porta la buona notizia, che annuncia la Salvezza.”

07 – Romont

Via ancora a piedi tra i campi di colza e di grano della dolce campagna friburghese. Là in fondo, su una collina, spunta il villaggio di Romont.

Nel pellegrinaggio, in terra friborghese, a santuari e monasteri della Gruyère e della Glâne, siamo stati accolti dalle monache dell’abbazia cistercense trappista della Fille-Dieu, sita ai piedi della cittadella di Romont. La vita delle monache, ritmata dalla preghiera, ci ricorda come la stessa dovrebbe accompagnare lo scorrere delle nostre giornate, magari con semplici invocazioni.

08 – Mariastein

Con il bus costeggiamo i laghi di Neuchâtel e di Bienne, poi il colle della Pietra perforata ci porta nel Giura che attraversiamo quasi tutto, fino a giungere al Sasso di Maria.

Dopo il lungo cammino fra i ciliegi in fiori del Blauen in una calda giornata di sole, scendi per una buia gradinata all’interno della grotta del santuario di Mariastein e ti appare, fra il fumo e le luci di mille candele, come in una visione celeste, l’effigie sorridente della Madonna della Consolazione che ti conforta e ravviva la tua speranza. “Protegga il nostro popolo in cammino la tenerezza del Tuo vero amore“, come ripetiamo con il bel canto mariano di Chieffo a ogni nostro pellegrinaggio.